martedì 7 maggio 2013

Pari pirotecnico tra Argentina e Serbia

Alla Serbia basta un punto per chiudere la fase a gironi al secondo posto. Quanta fatica però per i ragazzi di Fico, penalizzati anche dalle assenze e da una Argentina finalmente ritrovata sotto il profilo del gioco e delle motivazioni. L’albiceleste a lungo si è ritrovata in vantaggio, accarezzando il sogno della piazza d’onore. Il terzo posto non è affatto un ripiego e, in ottica play-off, i sudamericani possono centrare qualsiasi traguardo quando c’è da dare il tutto per tutto.
Buono l’avvio dell’Argentina, già in vantaggio dopo due minuti grazie al tap-in sottomisura di Pappacena. Pari quasi immediato dei serbi: azione insistita sull’out mancino di Nunziata, Picariello a centro area buca Menzione con una puntata che si infila tra le gambe. La retroguardia balcanica però continua a ballare. Sugli sviluppi di un corner è Vallone ad anticipare tutti, griffando il nuovo vantaggio argentino. La Serbia prova ad alzare i ritmi e riesce a pervenire al pareggio al 13’: altra azione di sfondamento sulla sinistra, assist al bacio per Nunziata che con una zampata restituisce il pari ai suoi. Nel finale entra in campo Ciniglio e la musica cambia: il pivot dell’albiceleste è scatenato e prima dell’intervallo confeziona una doppietta che consente all’Argentina di chiudere il primo tempo in vantaggio per 4-2.
In avvio di ripresa reazione veemente dei serbi. De Vivo concretizza una perfetta azione di rimessa, poi è Nunziata a rubare palla a Menzione, griffando il momentaneo 4-4. Il pari scuote l’Argentina che reagisce di gran carriera. Di Sauro, al termine di uno slalom personale, sorprende Avino con un tiro all’incrocio. Palla al centro ed ecco servito il 6-4. Manovra insistita dei sudamericani, Ciniglio va al tiro: Avino ci arriva ma non trattiene, la sfera valica la linea di porta nonostante l’intervento in scivolata di Maddaloni. 6-4 e gara tutta in salita per la Serbia. Nel momento chiave però viene fuori il cuore dei biancorossi. È Picariello, da vero leader, a suonare la carica: puntata a centro area che non lascia scampo all’estremo avversario. Due giri di lancette e Nunziata pareggia nuovamente i conti: triangolo tutto in velocità con De Vivo e cuoio nel sacco. Minuti finali caldissimi. L’Argentina, ancora con Ciniglio, si riporta avanti. La Serbia produce il massimo sforzo e sugli sviluppi di una punizione trova il guizzo del definitivo 7-7 con De Vivo. Nei minuti di recupero rosso pesante per Avino, espulso dal direttore di gara, che salterà dunque i quarti di finale, in programma la prossima settimana.
Qui Argentina – A fine gara ecco il commento di Ciro Pappacena, laterale dell’albiceleste: “E’ stata forse la nostra migliore prestazione, soprattutto nel primo tempo. Peccato perché a lungo ci siamo ritrovati anche sul doppio vantaggio. Non c’era Saggese ma abbiamo comunque giocato bene. Menzione ci ha dato sicurezza, guidandoci da dietro. Quarti di finale col Vietnam? Se dovesse essere così sarà una gara equilibrata. Loro sono un ottimo collettivo ma anche noi ci siamo rinforzati e daremo il massimo per poter passare il turno”.

Argentina-Serbia 7-7: il tabellino
Argentina: Menzione, Vallone, Di Sauro, Pappacena, Boccia, Calvanese, Ciniglio
Serbia: Avino, Picariello, Nunziata, Maddaloni, De Vivo
Arbitro: Sig. Carmine Di Gennaro
Reti: Pappacena (A), Picariello (S), Vallone (A), Nunziata (S), Ciniglio (2) (A); De Vivo (S), Nunziata (S), Di Sauro (A), Ciniglio (A), Picariello (S), Nunziata (S), Ciniglio (A), De Vivo (S)
Espulsi: Avino (S)

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